Il corpo senza vita di un uomo creduto morto negli anni ’60 è stato trovato 47 anni dopo la sua scomparsa: ha vissuto sui monti alle pendici del monte San Martino nel Lecchese
Ha vissuto isolato dal mondo per quasi 50 anni mentre tutti lo credevano morto. E’ l’incredibile vicenda venuta alla luce nei giorni scorsi quando una donna, che stava facendo un’escursione tra le montagne di Lecco, si è imbattuta nel cadavere di un uomo accasciato in una buca nel terreno, vicino a un anfratto. Inizialmente si pensava si trattasse di un clochard ma le analisi sul corpo dell’uomo hanno messo alla luce una storia lunga mezzo secolo. L’uomo trovato lo scorso 5 agosto è infatti un profugo istriano, Dario Nardi, nato nel 1937 a Fiume, in Istria, e vissuto a Sesto San Giovanni fino all’età di 30 anni, per poi far perdere le sue tracce.
Dato che non è stato più ritrovato, il Tribunale di Monza ha indicato come data del presunto decesso il 1967; ma in questi giorni è venuta a galla la verità, come raccntato dal Fattoquotidiano: Nardi avrebbe vissuto per ben 47 anni in una grotta alle pendici del monte San Martino; è quanto scoperto dagli investigatori incrociando una serie di elementi come l’esito dell’autopsia e le testimonianze degli abitanti, oltre ai dati delle ricerche anagrafiche che hanno permesso di identificarlo. Accanto al corpo sono state rinvenute coperte, libri ed altri effetti personali mentre l’uomo giaceva riverso su un fianco e avvolto in una coperta. Dagli anni ’80 ha vissuto così, lontano dalla civiltà. Secondo quanto stabilito dall’autopsia, Nardi è morto un mese fa per cause naturali in quell’anfratto trasformato in una casa.